La casalinga, pur senza avare uno stipendio mensile, svolge un lavoro a tutti gli effetti. Un’attività che «non si esaurisce nell’espletamento delle sole faccende domestiche, ma si estende al coordinamento della vita familiare»; per questo, in caso di incidente, la donna che lavora in casa ha diritto al risarcimento come se l’infortunio capitasse a un qualunque lavoratore. Lo sottolinea la Cassazione, sentenza 6658.
La Suprema Corte, infatti, ha dato ragione a una casalinga che era stata travolta insieme al marito da una macchina. Alla coppia era stato riconosciuto dalla Corte d’Appello di Roma il diritto ad avere – dall’assicurazione dell’auto investitrice – solo il risarcimento del danno biologico e morale escludendo quello all’attività lavorativa in quanto lei era casalinga e il marito pensionato. Ma ora la strada è aperta per dare alla casalinga il risarcimento del danno patrimoniale in quanto – ha detto la Cassazione – il lavoro domestico è una occupazione da indennizzare se non può più essere svolta.
IL MESSAGGERO