I ricorsi alla Corte Europea dei diritti dell’uomo (CEDU)

Per i cittadini dei Paesi che hanno ratificato la Convenzione Internazionale sui diritti dell’uomo, firmata nel 1950 dal Consiglio d’Europa

 

L’argomento relativo ai ricorsi alla Corte Europea dei diritti dell’uomo (CEDU) é delicato.

La Convenzione è un trattato internazionale volto a tutetare i diritti umani e le libertà fondamentali in Europa.

Tutti i 47 Paesi che formano il Consiglio d’Europa sono parte della Convenzione, 27 dei quali sono membri dell’Unione Europea (UE) La Convenzione ha istituito la Corte europea dei diritti dell’uomo, volta a tutelare le persone dalle violazioni dei diritti umani.
Ogni persona i cui diritti sono stati violati nel quadro della Convenzione da uno Stato parte, può adire la Corte.
Le sentenze che hanno riscontrato violazioni sono vincolanti per i Paesi interessati. Il Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa vigila sull’esecuzione delle sentenze.
Dunque il ricorso alla CEDU è il quarto grado di giudizio per i cittadini che hanno aderito alla Convenzione.

Il ricorso alla Commissione Europea è l’ultima possibilità di vedere tutelati i propri diritti.
Esso può essere adito a condizione che tutte le fasi del processo siano state espletate nel Paese di appartenenza del ricorrente.
Il termine per presentare il ricorso è di quattro mesi dall’emissione o notifica dell’ultimo provvedimento finale in sede giudiziaria penale, civile e amministrativa.

Ogni cittadino può procedere senza avvocato e senza spese con un ricorso alla Corte Europea dei diritti dell’uomo. Tuttavia la difficoltà estrema di talune cause internazionali, data l’enorme burocrazia, consiglierebbe di affidarsi ad un avvocato esperto in ricorsi alla Convenzione Europea dei diritti dell’uomo.

Un avvocato che si occupa di ricorsi alla CEDU, come l’avvocato Gian Ettore Gassani, autore peraltro di numerose pubblicazioni, deve poter selezionare i casi meritevoli di essere giudicati dalla Corte europea dei diritti dell’uomo o almeno presi in considerazione.
Occorre uno studio legale esperto in ricorsi alla CEDU. I ricorsi vanno presentati preferibilmente in lingua inglese o francese. Essi devono essere altamente tecnici e spiegare sinteticamente le ragioni, in fatto e diritto, delle violazioni dei diritti umani commessi dai giudici o dalle Pubbliche amministrazioni. Non sono ammessi ricorsi contro privati.
I costi di consulenza e assistenza legale (esclusi interpreti) sono proporzionati alla complessità della causa e del suo valore in termini economici.

È assolutamente doveroso da parte dell’avvocato predisporre un preventivo delle spese prima del conferimento dell’incarico. Se accettato dall’assistito può sorgere il rapporto professionale in modo che il cittadino sia in grado di conoscere l’entità di massima delle spese legali da affrontare.

Si ripete. Il cittadino può anche fare a meno di un avvocato , ma se le questioni sono delicate e complesse sul piano giuridico, è vivamente sconsigliato che il cittadino faccia l’avvocato “fai da te”.
Si tratta di una scelta. E tutto ovviamente dipende dagli interessi in gioco.

Statisticamente l’80% dei ricorsi viene rigettato sia perché redatto in forma incompleta , sia perché non prova violazioni e sia perché è depositato dopo i quattro mesi dell’emissione dell’ultimo provvedimento dell’autorità giudiziale o amministrativa.

Ad ogni modo, quando gli interessi in gioco sono elevati conviene sempre giocarsi l’ultima carta possibile, accettando il rischio che il ricorso venga rigettato. Non ci sono alternative.

Per qualsiasi informazione é possibile contattare la segreteria dello studio dell’avvocato Gian Ettore Gassani, compilando il modulo contatti presente in questa pagina

Sarà così possibile richiedere una consulenza direttamente con l’avvocato Gian Ettore Gassani in presenza o da remoto (i costi della consulenza sono indicati dalle segretarie).

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