L’avvocato matrimonialista dopo la Riforma Cartabia

La riforma Cartabia è una rivoluzione copernicana che riscrive le regole del processo civile anche sul versante del diritto della famiglia, delle persone e dei minorenni.

È cambiato tutto, anche il modo di esercitare la professione forense. Occorrerà studiare di nuovo e organizzare le cause in modo del tutto diverso.

Quale sarà il ruolo dell’avvocato matrimonialista? Cosa fa oggi l’avvocato matrimonialista?

Riforma Cartabia e ruolo dell’avvocato matrimonialista

Anche l’avvocato più famoso d’Italia deve fare i conti con la riforma Cartabia (D. Lgs. 149/2022).
L’avvocato matrimonialista, rectus familiarista, dovrà redigere un atto introduttivo che contenga, sia pur in modo sintetico, tutti i fatti e le questioni in sostegno delle domande e indicare le prove.
Tutto e subito.

Francamente appare contraddittorio pretendere la sinteticità degli atti e nel contempo una esposizione completa di fatti, circostanze e prove. Ancora una volta il legislatore ha dimostrato di non aver mai messo piede in un Tribunale o di non aver mai imbastito una causa.

Non ci sarà più l’udienza presidenziale. Entro 90 giorni dalla data del deposito del ricorso il Giudice dovrà fissare udienza. In tale fase di interregno il Giudice può emettere provvedimenti inaudita altera parte, quando gli elementi di prova sono sufficienti, e fissare l’udienza per la conferma o la revoca dei provvedimenti adottati.

Al ricorso va allegato il piano genitoriale, ossia un insieme di doveri che ciascun genitore si impegna ad assolvere nell’interesse dei figli.
L’ascolto del minore (che ha compiuto 12 anni o anche più piccolo, in base alla sua capacità di discernimento) sarà la fase più importante. Tuttavia il minore può rifiutare di essere ascoltato.
Il PM potrà intervenire nella causa con propri atti e memorie.
È possibile inserire la domanda di divorzio in uno a quella della separazione.

All’udienza di comparizione il Giudice, se ritiene che la causa sia matura per la decisione, manda gli atti al Collegio per la sentenza. In caso contrario può disporre l’istruttoria.
La mediazione familiare sarà sicuramente incentivata nel caso di più conflitti di coppia.
Un’unica prassi per tutte le procedure. Indubbiamente questo è un passo avanti.

Esiti del progetto, alcune riflessioni

Progetto ambizioso, non c’è dubbio. Ma resta il dato che mancano i giudici e i cancellieri. Si rischia di imbattersi nella classica legge a costo zero che non migliorerà la situazione drammatica della giustizia italiana.

In definitiva l’avvocato matrimonialista potrà operare meglio in realtà virtuose come la Nona Sezione del Tribunale di Milano o nella Prima Sezione di Roma, e in poche altre.
Ma cosa succederà nei piccoli Tribunali? Davvero potrà parlarsi di divorzio breve?

Ciò significa che la riforma Cartabia, senza investimenti seri nel settore giustizia, rischia di essere l’ennesimo fallimento.

Ai posteri l’ardua sentenza.