L’assegno di mantenimento per i figli

La riduzione dell’assegno di mantenimento per i figli

L’assegno di mantenimento per i figli e le spese straordinarie occorrenti per questi ultimi è una delle questioni oggetto di maggiore contese nelle procedure familiari. Si parla dunque di separazione, divorzio e coppie non sposate.
Il contributo al mantenimento per i figli è un obbligo inderogabile sancito dalla legge, oltre che dalla morale.
I figli hanno il diritto di essere aiutati economicamente sia nella famiglia unita che in quella disgregata, sia che siano minorenni, sia che siano maggiorenni non ancora economicamente autosufficienti, ai sensi degli artt. 147 c.c. e 155 c.c. in combinato disposto con l’art. 30 Costituzione e 315 bis c.c.

 

Chi sono i familiari civilmente obbligati all’assegno di mantenimento per i figli?

Sono i genitori (anche adottivi) e i nonni, ai sensi dell’art. 148 c.c.

Dunque anche i nonni devono mantenere i nipoti laddove non vi provvedano i genitori.

L’assegno di mantenimento per i figli è calcolato in media in Euro 516,00 mensili con rivalutazione annuale, secondo gli indici ISTAT.
Il quantum dell’assegno di mantenimento per i figli è proporzionato ai redditi dei genitori al netto delle spese.

 

Importo dell’assegno di mantenimento per i figli

Quando si tratta di mantenimento dei figli, esiste una moltitudine di fattori che concorrono a decidere l’importo finale da versare mensilmente. Il reddito del genitore pagante, il numero di figli sostenuti e l’accordo di custodia sono tutti presi in considerazione. Tuttavia, un problema che spesso si pone riguarda il caso in cui l’assegno sembra sproporzionato rispetto a quello che il genitore non affidatario è in grado di pagare.

Purtroppo, come sovente accade, l’assegno di mantenimento per i figli, quasi sempre versato da uno solo dei genitori, è sproporzionato rispetto ai redditi di chi è obbligato a versarlo e alle effettive esigenze dei figli.

In alcuni casi, il genitore affidatario può ricevere un importo che è molto più di quanto è necessario per coprire i costi di crescere il figlio. Questo fatto può risultare di difficile gestione per il genitore non affidatario. Egli potrebbe sentirsi come se gli venisse imposto di pagare più della sua giusta parte.

Il genitore che reputa l’assegno di mantenimento per i figli troppo alto, dovrebbe chiedere prontamente la consulenza di un esperto avvocato matrimonialista.

 

Cosa dice la legge in caso di mancato versamento dell’assegno

Dal pari accade anche che l’assegno  non venga versato. O venga versato parzialmente, oppure fuori termine.

L’art. 570 bis c.p. punisce con una pena fino ad un anno di reclusione e una multa da Euro 103 ,00 a Euro 1.032,00, il genitore che non versa l’assegno di mantenimento in favore dei figli.

La legge prevede che sia possibile ridurre il contributo economico al mantenimento per i figli a condizione che siano subentrati fatti e circostanze nuove, come la riduzione del reddito dell’obbligato o la perdita del lavoro.
Oppure nel caso in cui il figlio maggiorenne non si sia impegnato a trovare un lavoro o non abbia ottenuto apprezzabili risultati negli studi universitari.

La giurisprudenza e la stessa legge tendono a disincentivare figli che pretendono di essere mantenuti a vita.

L’assegno può essere aumentato se risultano maggiori le esigenze dei figli in base alla loro età attuale, o se il genitore che è tenuto a versare l’assegno gode di maggiore reddito o patrimonio.

Anche le spese straordinarie rientrano nell’obbligo di mantenere i figli.
Esse sono elencate da appositi protocolli dei Tribunali.

Per qualsiasi consulenza in tema di assegno di mantenimento per i figli potete chiedere un appuntamento in presenza o su Skype all’avv. Gian Ettore Gassani di Milano, esperto in diritto di famiglia e Presidente dell’Associazione Avvocati Matrimonialisti Italiani, compilando il form alla pagina contatti.