La Suprema Corte ha definitivamente superato il principio della maternal preference, stabilendo che i giudici devono valutare caso per caso quale sia la soluzione migliore per il minore, senza alcun automatismo nel collocamento presso la madre. L’ordinanza n. 1486/2025 della Corte di Cassazione segna un vero e proprio punto di svolta nel diritto di famiglia italiano.
Questa decisione rappresenta una rivoluzione copernicana nel diritto di famiglia, ribaltando un orientamento consolidato secondo cui i figli, soprattutto in età prescolare, venivano quasi sempre affidati alla madre. Vediamo cosa cambia e quali sono le implicazioni per i genitori separati.
La storica sentenza della Cassazione sulla Maternal Preference: cosa dice?
La Cassazione con l’ordinanza n. 1486/2025 ha affermato un principio chiaro e innovativo:
L’interesse superiore del minore deve essere valutato in concreto, senza presunzioni di idoneità genitoriale basate sul genere, e il giudice può disporre la collocazione prevalente del figlio presso il padre, se ritenuto più adeguato al benessere del minore.
In pratica, il giudice non è più vincolato dal criterio della preferenza materna, ma deve analizzare ogni singola situazione familiare per stabilire quale sia la soluzione più adatta al bambino.
Cosa cambia per l’affidamento dei figli con la fine della maternal preference?
Fino a pochi anni fa, la giurisprudenza tendeva a collocare i figli, specialmente se piccoli, presso la madre, ritenendo che la figura materna fosse “naturalmente” più idonea a garantire le cure e l’accudimento. Questa impostazione è stata a lungo criticata perché non teneva conto della realtà familiare concreta e spesso relegava il padre a un ruolo marginale nella crescita dei figli.
Con questa sentenza, invece, si sancisce:
- Parità genitoriale effettiva: Il padre e la madre devono essere considerati su un piano di parità nella valutazione della collocazione del minore.
- Nessuna presunzione automatica: Non si può più dare per scontato che il bambino debba stare con la madre solo perché è più piccolo.
- Valutazione caso per caso: Il giudice deve esaminare le condizioni personali, lavorative, affettive e psicologiche di entrambi i genitori prima di prendere una decisione.
- Maggiore tutela dell’interesse del minore: L’obiettivo è individuare la soluzione che garantisca il miglior equilibrio psicofisico ed educativo per il bambino.
Cosa significa per i padri separati?
Questa nuova impostazione apre scenari inediti per i padri separati, che spesso si sono sentiti penalizzati nelle decisioni giudiziarie sulla custodia dei figli. Ora hanno più possibilità di ottenere:
- L’affidamento paritario reale, con una suddivisione più equilibrata dei tempi di permanenza con il figlio.
- Il collocamento prevalente, se risultano essere il genitore più idoneo sotto il profilo affettivo, educativo e logistico.
- Un riconoscimento maggiore del loro ruolo genitoriale, senza pregiudizi di genere.
Quali sono le implicazioni per il diritto di famiglia?
Questa sentenza avrà un impatto significativo sulla prassi giudiziaria e sulla gestione delle cause di separazione e divorzio. I tribunali dovranno:
- Effettuare indagini più approfondite per valutare la capacità genitoriale di entrambi i genitori.
- Considerare fattori concreti come la stabilità emotiva, la disponibilità di tempo, l’ambiente domestico e il legame affettivo con il minore.
- Evitare automatismi discriminatori, garantendo l’effettiva applicazione del principio della bigenitorialità.
Conclusioni: una nuova era per il diritto di famiglia
L’ordinanza 1486/2025 della Cassazione rappresenta un cambio di paradigma storico nell’affidamento dei figli. Superando la maternal preference, il diritto di famiglia si allinea a un principio più equo e moderno: la valutazione caso per caso del miglior interesse del minore, senza presunzioni basate sul genere dei genitori.
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