Furto tra coniugi e appropriazione indebita: cosa dice la legge?

È possibile commettere furto tra coniugi?

Nel matrimonio, ci si aspetta fiducia, condivisione e comunione. Ma cosa accade quando un coniuge sottrae beni all’altro? È configurabile il reato di furto o appropriazione indebita?
La legge italiana ha affrontato nel tempo questo tema con un’evoluzione importante, che lo Studio Legale Gassani segue da vicino, in quanto specializzato in diritto penale della famiglia.

Il furto tra coniugi: escluso in costanza di matrimonio

Il reato di furto (art. 624 c.p.) presuppone la sottrazione di un bene mobile altrui, contro la volontà del proprietario. Tuttavia, l’art. 649 c.p. stabilisce che non è punibile il coniuge che commette furto o appropriazione indebita ai danni dell’altro, se la convivenza è ancora in corso.

Art. 649 c.p. – Cause di non punibilità

Non è punibile chi commette un reato patrimoniale in danno del coniuge non legalmente separato […]

In altre parole, in costanza di matrimonio e convivenza, non si può procedere penalmente per furto tra coniugi, anche se l’atto è materialmente avvenuto. La ratio della norma è tutelare l’intimità e la riservatezza dei rapporti familiari.

Quando il reato diventa perseguibile: separazione e cessazione della convivenza

La situazione cambia radicalmente dopo la separazione personale o la rottura della convivenza.

In questi casi:

  • Il vincolo di “intimità familiare” viene meno
  • I beni non sono più nella disponibilità comune
  • Può configurarsi furto, appropriazione indebita o anche danneggiamento.

In presenza di beni personali (ad esempio denaro, gioielli, automobili intestate a un solo coniuge), la sottrazione non autorizzata è perseguibile penalmente

L’appropriazione indebita tra coniugi: una zona grigia

Diverso dal furto è il reato di appropriazione indebita (art. 646 c.p.), che si verifica quando un coniuge, pur avendo ricevuto legittimamente un bene dall’altro, lo trattiene o ne dispone indebitamente.

Esempi tipici:

  • Prelievo di denaro da un conto cointestato dopo la separazione
  • Vendita di beni dell’altro coniuge
  • Rifiuto di restituire beni di proprietà esclusiva.

Anche qui, la perseguibilità dipende dalla situazione coniugale e dalla proprietà legale del bene.

La tutela giuridica: il ruolo dell’avvocato matrimonialista e penalista

Lo Studio Legale Gassani affronta con grande attenzione i casi in cui la crisi coniugale sfocia in reati patrimoniali, offrendo assistenza sia in ambito:

  • penale, per valutare la querela, la punibilità e gli elementi costitutivi del reato
  • civile, per la restituzione dei beni, la separazione dei patrimoni e l’eventuale revoca di procure o deleghe.

Il supporto legale è fondamentale anche per evitare denunce strumentali o abusi della norma, spesso usati come leva nelle cause di separazione o divorzio.

Conclusione: il confine tra amore e reato

Il matrimonio non esclude la responsabilità penale. Tuttavia, la legge prevede tutele e limiti, per proteggere sia la famiglia che la persona. Conoscere i propri diritti è il primo passo per affrontare consapevolmente ogni crisi.

Lo Studio Legale Gassani di Milano, con esperienza pluridecennale nel diritto di famiglia e penale della famiglia, è a disposizione per valutare ogni singolo caso con rigore, umanità e competenza. È possibile richiedere una consulenza attraverso il modulo alla pagina contatti, dove sono disponibili anche i riferimenti telefonici delle sedi.