Disparità tra figli nel testamento: le regole sulla quota disponibile e legittima

La questione: quali sono le regole sulla quota legittima e disponibile? È possibile fare una disparità tra figli nel testamento?

Capita spesso che un genitore desideri favorire un figlio rispetto all’altro in sede testamentaria, per motivi affettivi, economici o di riconoscenza. Ma è davvero possibile? La legge italiana pone limiti precisi alla libertà di testare, per tutelare i cosiddetti legittimari, cioè gli eredi a cui spetta una quota minima dell’eredità che non può essere toccata.
E quindi: sì, si può favorire un figlio più dell’altro, ma solo nei limiti della quota disponibile. In caso contrario, il testamento può essere impugnato.

La distinzione tra quota legittima e quota disponibile

Nelle successioni testamentarie, il patrimonio del defunto viene diviso in due parti:

1. Quota legittima

È la parte dell’eredità che la legge riserva obbligatoriamente ai legittimari, ovvero:

  • i figli (naturali, legittimi o adottivi)
  • il coniuge
  • eventualmente i genitori (solo se non ci sono figli).

Questa quota non può essere violata. Qualsiasi testamento che la leda può essere oggetto di azione di riduzione da parte dell’erede danneggiato.

2. Quota disponibile

È la parte di eredità che il testatore può liberamente assegnare a chi vuole, anche a uno solo dei figli, a un terzo, o a un ente.

Eredi legittimari: il caso di due figli

Quando un genitore muore lasciando due figli (senza coniuge superstite), la legge stabilisce che:

  • la quota legittima complessiva è di ⅔ del patrimonio
  • la quota disponibile è ⅓.

Quindi:

  • ogni figlio ha diritto almeno a 1/3 del patrimonio (metà della quota legittima)
  • il restante 1/3 può essere lasciato a chiunque, anche totalmente a uno solo dei figli.

Esempio pratico:

Se il patrimonio ammonta a 300.000 euro, il testatore può:

  • lasciare 100.000 euro a ciascun figlio (quota legittima)
  • destinare i restanti 100.000 euro a uno solo dei due figli (quota disponibile), creando una disparità lecita.

Quando la disparità è illegittima: lesione della quota di legittima

Se nel testamento uno dei figli viene escluso del tutto, o riceve meno della quota legittima, può agire giudizialmente con:

  • azione di riduzione, per ottenere la reintegrazione della propria quota
  • azione di collazione, se vi sono state donazioni dissimulate al fratello/sorella.

L’intervento di un avvocato esperto in successioni è fondamentale per valutare:

  • la validità del testamento
  • il rispetto delle quote legittime
  • le possibilità di impugnazione.

I consigli dell’avv. Gian Ettore Gassani

L’avv. Gian Ettore Gassani, fondatore dello Studio Legale Gassani con sedi a Milano e Roma, è tra i massimi esperti italiani in materia di diritto delle successioni, anche in ambito internazionale. Da oltre trent’anni assiste famiglie in situazioni delicate legate a:

  • testamenti con disparità tra figli
  • azioni di riduzione per lesione di legittima
  • contestazioni ereditarie tra fratelli.

Favorire un figlio in testamento è legittimo, ma solo nei limiti della quota disponibile. È fondamentale pianificare la successione in modo chiaro e trasparente, per evitare future liti familiari e contenziosi legali che possono durare anni.

Conclusione: sì alle differenze tra figli, ma con limiti ben precisi

In sintesi:

  • Un genitore può favorire un figlio rispetto all’altro, ma solo nei limiti della quota disponibile
  • I figli sono legittimari e vanno tutelati almeno nella loro quota di legge (legittima)
  • È sempre possibile prevedere disparità nel testamento, ma con l’assistenza di un avvocato esperto in successioni, per evitare impugnazioni e cause ereditarie.

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