Come scegliere un avvocato matrimonialista

Può succedere a chiunque che all’improvviso nella propria vita si sia costretti a fare i conti con i propri problemi familiari. Assurdo pensare che certe situazioni capitino sempre e solo agli altri.

In molti casi questi problemi, purtroppo, diventano oggetto di un’aspra contesa giudiziaria.

Quando si arriva in tribunale si tratta di una vera e propria tragedia umana. Nulla è più distruttivo per un essere umano che vedere la propria famiglia fatta a pezzi da una separazione o da un divorzio, da una sottrazione internazionale dei propri figli o da un delitto familiare.

In tali casi l’avvocato esperto in materia diventa necessario come il pane. Non se ne può proprio fare a meno.

Sul “come scegliersi un avvocato” ci sarebbe tanto da scrivere. I criteri di scelta dell’avvocato adottati dalla gente spesso sono molto discutibili. La gente sovente  si orienta nella più totale incoscienza e pigrizia.

Invece io sostengo da anni che scegliersi un avvocato adatto allo specifico problema da risolvere sia di fondamentale importanza per il proprio destino e per quello dei propri figli.

 

Molti si chiedono “ma come posso scegliere l’avvocato matrimonialista che possa difendermi adeguatamente?” Innanzitutto la scelta del proprio difensore comporta un po’ di fatica. Occorre cercare. Guai scegliere l’avvocato “amico degli amici” o quello più “simpatico” tanto per fare presto…

Il primo criterio sul come e perché si deve scegliere un avvocato sono l’esperienza e la specializzazione del legale in materia familiare e minorile.

In Italia, purtroppo, gli  avvocati da sempre, una volta acquisito il titolo, possono fare i “tuttologi” (sinonimo di “azzeccagarbugli”) e occuparsi di tutto di più. Questo è il vero cancro dell’avvocatura italiana che si riflette in modo nefasto sulla pelle di milioni di incauti italiani alle prese con la nostra giustizia.

Urge una riforma forense. Un avvocato dovrebbe poter patrocinare in massimo due materie per le quali deve aver ottenuto un serio e qualificato attestato di specializzazione.

In materie delicatissime come il diritto di famiglia e delle persone un avvocato, che rispetta le elementari norme deontologiche, non può e non deve improvvisarsi sulla pelle del suo assistito pur di ottenere un incarico in più…

È invece questo che accade tutti i giorni ed è sotto gli occhi di tutti.

Può un avvocato esperto in sfratti occuparsi di punto in bianco di diritto di famiglia nazionale o addirittura internazionale?

Se nel settore sanitario i medici da sempre conseguono giustamente le più disparate specializzazioni, a maggior ragione ciò dovrebbe avvenire nel mondo forense.

Vi fareste operare al cuore da un dermatologo o da un dentista? Di sicuro la risposta è no.

E allora perché molti italiani scelgono un avvocato tuttologo per le proprie vicende familiari delicatissime?

 

Questo è un mistero tutto italiano.

Negli ultimi tempi –per la verità – il mondo forense italiano sta cercando di riqualificarsi, dopo anni di grigiore e ambiguità.

Da anni si parla di specializzazione dell’avvocato, e questo è sicuramente un segnale importante, ma purtroppo nei fatti la realtà stenta a cambiare.

E così succede che un avvocato impreparato in materia (ma furbo nel prendersi un incarico) distrugga il proprio cliente e perda una causa che si sarebbe potuta vincere con un minimo di esperienza e cultura giuridica.

Ovviamente questa orrenda situazione, che ha riflessi anche a livello sociale, dipende anche dall’ignoranza e incoscienza di molta gente.

C’è chi sceglie l’avvocato incapace per risparmiare.

Con questa mentalità non si va da nessuna parte.

I cittadini che abitano in provincia potranno obiettare che dalle loro parti non può esistere uno specialista perché il “mercato” non lo consentirebbe. È vero questo dato. Ma ciò non significa che un cittadino di un piccolo centro non possa spostarsi in una grande città per scegliere il proprio avvocato che dovrà stargli accanto nel più brutto processo che potesse capitargli.

Del resto, quando ci si deve salvare da una brutta malattia, la gente è disposta a trasferirsi altrove per cercare il medico giusto. Quindi questa scelta dovrebbe  avvenire anche se si  è coinvolti in processi familiari dove la posta in gioco equivale alla propria vita.

La realtà è che la gente gioca a trovare l’avvocato che costa meno pur nella consapevolezza molte volte che il legale nominato non sia all’altezza della situazione.

Non si può “risparmiare” in modo tanto irresponsabile su vicende delicatissime con il rischio di fare processualmente una brutta fine.

Succede, infatti, che il cittadino incosciente, difeso dall’avvocato incapace, debba successivamente scegliere un avvocato esperto in fase di giudizio di appello o di cassazione (e le spese saranno elevatissime).

Che senso ha cercare di risparmiare a tutti i costi se poi il prezzo da pagare per riparare agli errori e agli orrori dell’azzeccagarbugli sarà triplicato?

Si tratta di pura follia che giustamente viene punita dai giudici e dalla vita.

Con le recenti liberalizzazioni, purtroppo, molti avvocati hanno abbassato all’inverosimile le parcelle “per non perdere l’osso”. Ci sono avvocati di provincia (ma anche delle grandi città) che si svendono per quattro soldi per cause di famiglia a dir poco terribili e tecnicamente difficili.

Esiste una concorrenza selvaggia tra avvocati che è una vera trappola per i cittadini e per la qualità della stessa giustizia.

Quando un avvocato si svende i conti non tornano. O costui tira a campare o è un autolesionista. E ciò svilisce la dignità della toga.

Non si possono affrontare anni di causa se quella causa non è adeguatamente riconosciuta in termini economici, valutando anche l’allucinante sistema fiscale italiano che fagocita almeno il 50% delle competenze di un avvocato.

Sarebbe come chiedere ad un commerciante di vendere la merce ad un prezzo più basso rispetto a quello sostenuto per acquistarla.

 

Davanti a questa squallida realtà, ci si accorge che il mondo forense è diventato una giungla, in cui vi è anche lo zampino del cittadino che spesso fa finta di non sapere come stanno le cose per poi, a frittata fatta, esternare la propria indignazione.

A mio parere la scelta di un avvocato deve dipendere dalla prova che egli sia uno specialista in materia e dalla ragionevole certezza che il professionista in questione sia aggiornato continuamente.

Il diritto è in continuo movimento. L’avvocato deve aggiornarsi e formarsi tutti i giorni. Per aggiornarsi bisogna però investire tante risorse economiche ed umane. Oggi è vincente ed è migliore lo studio legale che si aggiorna di più rispetto agli altri.

Ecco perché l’avvocato esperto costa giustamente di più. E ciò vale in tutte le branche del diritto.

Nel mio saggio “ I Perplessi Sposi” (Aliberti Editore – www.iperplessisposi.it ) dedico un intero capitolo sulla figura e sul formidabile ruolo sociale dell’avvocato matrimonialista.

Spiego in questo fortunato saggio che, oltre alla preparazione tecnica, l’avvocato matrimonialista deve sapersi umanamente approcciare con il proprio assistito (che io definisco “paziente”).

Per me un avvocato matrimonialista deve essere autorevole, un po’ psicologo, giustamente distaccato, corretto e chiaro con il proprio assistito soprattutto nel non fare promesse di facili vittorie né nello svendersi

Detesto gli avvocati urlatori e guerrafondai. Il diritto di famiglia è una materia molto pericolosa e i delitti in famiglia, vera piaga sociale del nostro Paese, ne sono una triste riprova.

Ecco come scegliere un avvocato matrimonialista o familiarista.

Inoltre ritengo che il matrimonialista debba essere preparato anche in diritto penale familiare perché spesso, dietro una separazione giudiziale, vi sono anche reati intrafamiliari che diventeranno oggetto di autonomi processi penali.

Mi auguro fortemente che nel nostro Paese l’avvocatura possa riacquistare il suo antico fascino, ma per ottenere questo risultato ci vuole una immediata inversione di tendenza sui criteri di “come scegliersi un avvocato” e una maggiore presa di coscienza dei cittadini.

Un caro saluto